Ormai siamo abituati a mangiare al fast food un paio di volte alla settimana e il carrello della spesa si riempie regolarmente di biscotti, gelati, patatine e salse di ogni genere. Ma Pasqua, quali dolci concedersi e quando mangiarli. Di Daniel Kunitz.

I runner tendano a seguire uno stile di vita più sano del resto della popolazione, con tassi più bassi di diabete e malattie cardiache. Ciò è dovuto in gran parte all'abitudine nel seguire una dieta sana piuttosto che alla corsa, afferma Sara Mahoney, presidente del dipartimento di scienze dell'esercizio alla Bellarmine University. In generale, i runner si prendono cura del proprio corpo mangiando bene e riposando.

Ma non tutti. Alcuni, spesso, cedono a troppo cibo spazzatura. Sul breve termine, la corsa può attenuare gli effetti negativi sulla salute di questo stile di vita. Ma con il passare degli anni, l'esercizio fisico perde le sue capacità protettive.

Il direttore della maratona di Boston, Dave McGillivray, 63 anni, lo ha imparato a sue spese. McGillivray, che ha corso la maratona di Boston ogni anno dal 1973, nel suo periodo di massimo splendore percorreva dai 140 ai 200 chilometri alla settimana e ogni anno, nel giorno del suo compleanno, corre la sua nuova età in miglia.
Ma quattro anni fa, McGillivray ha iniziato a far più fatica. Un'angiografia ha rivelato che aveva una grave malattia coronarica. "Aspettate un attimo", ha detto McGillivray. "Ho corso per tutta la vita. Ho fatto otto Ironman e 140 maratone. Ho corso ovunque negli gli Stati Uniti. Come posso avere le arterie bloccate?".
McGillivray ha familiari con malattie cardiache croniche e ha seguito una dieta tutt'altro che salutare per la maggior parte della sua vita. "Da runner, sentivo che se mi fossi allenato bene e costantemente avrei potuto mangiare qualsiasi cosa", dice. "Quindi ho sempre mangiato tutto quello che volevo".

Questo atteggiamento non è raro tra i runner. Metà dei lettori di Runner's World che hanno risposto a un sondaggio su Twitter ha dichiarato di mangiare quello di cui ha voglia, perché tanto corre e non ingrassa. Questi numeri sono in linea con un recente sondaggio condotto tra gli ultrarunner amatoriali, secondo il quale il 62% non segue le raccomandazioni nutrizionali dell'American College of Sports Medicine, nonostante ne sia a conoscenza.

Ma solo perché il numero sulla bilancia non sale, non significa che la vostra dieta non stia facendo danni. "Spesso incontro runner di 50 e 60 anni, che pensano di aver fatto praticamente tutto bene nella loro vita dal punto di vista della salute, ma che poi finiscono per ammalarsi di cuore. E quando mi confronto sulla loro dieta, spesso rimangono scioccati", dice il medico di McGillivray, Aaron Baggish, direttore del Cardiovascular Performance Program del Massachusetts General Hospital Heart Center e professore associato di medicina alla Harvard Medical School.

Sebbene la dieta sia una delle componenti più importanti per la salute degli atleti, è anche una delle meno conosciute, a causa della mancanza di studi clinici, afferma Baggish. Indica, inoltre, l'eccessiva assunzione di zuccheri semplici come "la trasgressione alimentare più comune tra gli atleti di resistenza, ma in particolare tra i runner". Pane bianco, la pasta, il riso e gli zuccheri raffinati. "Mangiando grandi porzioni di questi prodotti, il corpo li trasforma in molecole cattive - che danneggiano molto i vasi cardiaci", spiega Baggish.

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I runner sentono spesso messaggi contrastanti su come l'esercizio fisico, in particolare le sessioni ad alta intensità, possa cancellare le cattive abitudini alimentari. Un recente studio di Christian Duval, dottore di ricerca presso il dipartimento di scienze dell'esercizio dell'Università del Québec a Montréal, fornisce un esempio: Duval ha somministrato a un piccolo gruppo di uomini di età compresa tra i 18 e i 30 anni panini per la colazione, hamburger, patatine fritte, dessert e bibite gassate ad ogni pasto della giornata per due settimane. I soggetti non mangiavano nemmeno una verdura e consumavano "un'enorme quantità di grassi saturi, una quantità molto elevata di zucchero, che è ancora peggiore del grasso, e sostanze chimiche presenti negli alimenti trasformati", dice Duval. Ma grazie a una prescrizione aggiuntiva di interval training, i soggetti di Duval non sono ingrassati. Inoltre, quando ha analizzato il loro sangue per verificare l'accumulo di grasso e i processi infiammatori, principali responsabili di malattie cardiache, cancro e altre patologie croniche, non sembrava che la dieta avesse alcun effetto.

Ma questo studio si è svolto nell'arco di poche settimane, non di anni. I danni di una dieta scorretta possono richiedere molto più tempo per essere registrati. Prendiamo ad esempio l'aterosclerosi, una malattia che secondo Baggish si aggrava con passare degli anni. "È un processo che inizia quando siamo giovani e si accelera gradualmente nel tempo. Le persone non avvertono i sintomi finché la malattia non è già abbastanza pronunciata e progredita".

In conclusione: non si può sfuggire alle cattive abitudini alimentari. Come dice Baggish, "anche facendo tantissimo esercizio fisico, se poi si segue uno stile di vita non salutare, prima o poi si dovrà fare i conti con le scelte alimentari sbagliate".

DaRunner's World US
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Rivisto daDario Marchini

“Designer per vocazione. Giornalista per scelta. Runner per passione”. Così ama definirsi quando qualcuno gli chiede di riassumere le sue esperienze. Laureato in Design al Politecnico di Milano, è entrato nella famiglia di Runner's World e Men's Health nel 2012. Già Direttore Sportivo della Wings For Life World Run, ha collaborato con diverse realtà del mondo podistico nell'organizzazione di manifestazioni podistiche sia italiane che internazionali. Presidente dell'Associazione Sportiva Corro Ergo Sum Runners, è anche istruttore Fidal.      

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