Quando Stephanie Case si è avvicinata alle stazioni di rifornimento dell'Ultra-Trail Snowdonia, ha ricevuto cibo e assistenza, ma ha anche nutrito la sua creatura. Infatti, neomamma c0n una figlia di sei mesi, l'ultrarunner lungo il percorso di 100 km che si è corso in Galles, ha Da Dover allEverest per un triathlon durissimo.

Mentre teneva in braccio la figlia, che ha afferrato con curiosità il pettorale sgualcito della madre, Case è stata diligente nel mangiare lei stessa, tranciando fette di anguria, gel e liquidi, senza dimenticarsi di mantenere le scorte di latte che sarebbero servite alla figlia per i restanti 62 chilometri.

La forza della mamma in questo ultratrail di 100km

È stata la Edicola e Abbonamento La sprinter azzurra Zaynab Dosso si racconta a RW, un ritorno a lungo atteso dopo aver lottato contro aborti multipli e tre cicli di fecondazione in vitro. Durante questo periodo, la corsa è diventata una fonte di colpa invece che di gioia, mentre la 42enne affrontava le sfide della fertilità e un lavoro impegnativo come avvocato per i diritti umani. Ma quando il 17 maggio ha corso attraverso il terreno accidentato del Parco Nazionale di Eryri, Case ha detto di aver finalmente provato la stessa felicità che sentiva quando correva a 20 anni, con le gambe che prendevano velocità mentre volava giù per la discesa finale verso il traguardo.

Per tutta la gara, l'atleta canadese che vive a Chamonix, in Francia, non ha prestato attenzione al suo tempo. Dopo essere partita nell'ultima ondata di runner, il ritmo per lei non era una priorità assoluta mentre nel frattempo rimontava controcorrente su concorrente. Era solo felice di partecipare di nuovo a una gara, questa volta con sua figlia a vederla.

Ma pochi minuti dopo il traguardo, Case ha ricevuto una notizia sorprendente. Gli organizzatori dell'evento l'hanno informata che il suo tempo di 16h53'22" è stato il più veloce di tutte le donne in gara, il che significa che si è aggiudicata il titolo nonostante fosse partita 30 minuti dopo le atlete più veloci. In un primo momento, Case ha pensato a un errore. Ma gli intertempi hanno confermato che è stata più veloce di oltre quattro minuti rispetto alla seconda classificata, che l'ha preceduta sul traguardo. Ma soprattutto, la vittoria ha segnato una faticosa rinascita che non credeva possibile. “Mi sentivo davvero come se avessi perso la mia identità senza la corsa attraverso gli aborti spontanei e la fecondazione in vitro, e non sapevo davvero come sarebbe andata a finire - ha detto Runner's World -. Ora, poter riavere sia la corsa che mia figlia, mi sembra davvero un privilegio”.

Un viaggio difficile verso la maternità

Case ha partecipato a gare di ultramaratona per quasi vent'anni, ottenendo ottimi risultati in competizioni prestigiose, come l'Ultra-Trail du Mont-Blanc (UTMB) e la nutriva la figlia Pepper alle stazioni di rifornimento dei 20 km, 50 km e 80 km. Unendo l'amore per la corsa con la sua professione da avvocato, nel 2014 Case ha fondato Free to Run, un'organizzazione no-profit globale dedicata alla promozione dell'equità di genere attraverso la corsa.

Nel 2022, ha ottenuto anche una delle sue migliori prestazioni fino a quel momento, classificandosi seconda alla Hardrock 100 Endurance Run. Quando tornò a casa dopo la 100 miglia che si corre in Colorado, si accorse che le mestruazioni erano in ritardo. Un test di gravidanza risultò positivo. “Avevo 40 anni e a quell'età pensavo che quella fase fosse ormai superata, ma nel momento in cui ho scoperto di essere incinta, ho improvvisamente capito che volevo davvero diventare mamma”, ha detto Case.

Dopo il primo aborto, alcune persone le hanno chiesto se credeva che questo fosse successo a causa dell'ultrarunning, un'idea che l'ha mandata in crisi. “Hanno fatto questa associazione tra la corsa e l'aborto spontaneo senza motivo - ha riferito Case -. Anche se non ci sono ricerche che lo confermino, questo ha cambiato il mio rapporto con la corsa”.
Invece di provare gioia nell'avventurarsi sui sentieri, Case si sentiva in colpa ogni volta che andava a correre. Per un periodo di tempo, ha ridotto l'allenamento o non ha corso affatto. Più tardi, nello stesso anno, rimase incinta ma abortì di nuovo. Case e il suo compagno, John, iniziarono la fecondazione assistita con due tentativi falliti. Al terzo hanno concepito Pepper, che è nata nel novembre del 2024.

Quando era incinta, Case correva con parsimonia, mentre si preoccupava di mantenere una gravidanza sana. Sei settimane dopo il parto, il medico le ha dato il permesso di correre con il supporto di un'ostetrica, un invito di cui Stephanie aveva bisogno in quel momento. “Da quella prima corsa, l'associazione tra il rischio di danneggiare il mio bambino e la corsa è sparito - prosegue -. La corsa era quella parte costante di me che esisteva prima di diventare mamma".

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Rich Gill
Case e sua figlia, Pepper, all'Ultra-Trail Snowdonia.

In corsa per qualcosa di più grande con l'aiuto della figlia

Per il ritorno allo sport, Case ha chiesto l'aiuto di un allenatore per la prima volta dal 2008. Ha iniziato a lavorare con Megan Roche, medico e dottore di ricerca, cinque volte campionessa nazionale di ultrarunning, che l'ha aiutata a rendere più efficiente il suo allenamento. In inverno ha iniziato ad aggiungere nella sua routine gli sprint in salita, le ripetute e gli allenamenti di forza. Case ritiene che i nuovi allenamenti l'abbiano aiutata a sviluppare una forma fisica mai raggiunta prima e a gestire meglio il suo tempo di neo-mamma. Sta anche lavorando a un documentario che racconterà le sue battaglie per la fertilità e i suoi progressi nella corsa per sensibilizzare l'opinione pubblica sui bisogni delle madri di tutto il mondo.

All'inizio dell'anno, Case sapeva di voler tornare alla Hardrock quest'estate, ma aveva bisogno di una gara di preparazione prima. Poiché non correva da tre anni, ha avuto difficoltà a trovare una competizione ultra che potesse correre senza un tempo di qualificazione. Un contatto con l'UTMB si è offerto di aiutarla per partecipare alla Snowdonia.

Mentre Da Dover allEverest per un triathlon durissimo, Case è rimasta sorpresa nel sentire i concorrenti che le hanno detto di essere rimasti impressionati dalla sua prestazione. “Il modo per misurare oggettivamente come si sta andando non è più il tempo o la velocità - ha concluso Case -. Sia che siate più veloci o più lenti, che corriate gare più lunghe o più brevi, o che non corriate affatto, sarete un corridore migliore perché state diventando un modello per i vostri figli”.