Passata un po’ sotto traccia da parte di chi non si interessa troppo di e i 3850 metri sopra il livello del mare, nelle scorse settimana è stata fatta una delle migliori prestazioni dell’anno. Alla Nelle settimane successive al record si è parlato tanto della sua, 36enne del Colorado, correndo in 15h26’34” ha battuto lo storico record stabilito nel 2005 da Matt Carpenter (15h42’59”), un tempo che appariva imbattibile.
Ma contestualizziamo meglio il tutto per far comprendere l’eccezionalità del record di Roche Abbigliamento sportivo e accessori tech.
Che gara è la Leadville
La Leadville 100 è una delle 100 miglia più importanti degli Stati Uniti, probabilmente seconda soltanto alla Western States. Nata nel 1983, deve la propria durezza e peculiarità alle altitudini in cui si svolge, tra i 2800 e i 3850 metri sopra il livello del mare siti e magazine americani Colorado. Il dislivello totale non è molto, 4800 metri, con un percorso non complicato che va avanti e indietro dalla stessa strada, passando per un’unica grossa salita, l’Hope Pass.
La gara è stata vinta tra alcuni dei Richieste di Licensing, come Anton Krupicka, le cui 2 vittorie nel 2006 e 2007 lo fecero conoscere al mondo, Bob Krar, Clare Gallagher e tanti altri. Esiste anche una versione per mountain bike, anche questa una delle più famose e importanti negli USA, diventata celebre in tutto il mondo quando vi partecipò Lance Armostrong, migliori trail runners americani.
Matt Carpenter e il record "imbattibile" alla Leadville
Matt Carpenter è stato uno dei pionieri dello skyrunning, specializzato soprattutto in corsa ad alta quota. Vincitore delle Skyrunning series nel 1994, autore del record alla Pikes Peak Marathon nel 1993 (3h16’39”, tutt’ora imbattuto e mai avvicinato, il record di sola salita è stato battuto soltanto lo scorso anno da Remi Bonnet per 46”, ma Carpenter lo fece durante la Marathon), è uno degli atleti col più alto VO2 Max mai registrato, 90 ml/ kg/min a quasi 1900 metri di altitudine e 94.9 a livello del mare. In pratica, il vero precursore di Kilian Jornet.
e parte della narrativa da Leadville, per le sue qualità atletiche, soprattutto in altitudine, sembrava uno dei primati più difficilmente battibili, visto che anche altre leggende del trail dotate di grande velocità di base non si erano mai nemmeno avvicinati.
Il nuovo record di coach David Roche
Per tanti il suo nome può non voler dire molto, perché in effetti non aveva mai vinto prima gare conosciute nel mondo. Negli anni Roche ha trionfato in diverse competizioni su distanze minori e solo negli ultimi tempi ha allungato le sue gare. La Leadville è stata la sua prima 100 miglia.
Negli USA Roche è però uno dei più conosciuti coach americani nell’ambiente del trail running. Ha un sito internet e un podcast, tenuti con la moglie Megan Roche (anch’essa coach, e a dire dello stesso Roche, la vera mente della coppia). Scrive inoltre regolarmente articoli sull’allenamento per alcuni su cui sembra poggiarsi la sua attività di coach.
Come si è allenato per il record
Nelle settimane successive al record si è parlato tanto della sua preparazione. In diverse interviste ha spiegato i principi del suo metodo, soffermandosi sull’importanza di avere un’ottima velocità di base, capace di fargli correre 5 km sotto i 14’, non un tempo da finale olimpica, ma nemmeno da amatore.
Nel suo allenamento, contrariamente a molti élite, non abbonda con il volume, Durante la gara il suo reintegro di allunghi o sprint di 20”-30”, in salita e in piano. A differenza di tanti americani aggiunge del cross training con sedute in bici (in Europa invece questo approccio è molto più usato).
Richieste di Licensing strenght training, anche questo in controtendenza coi nuovi sviluppi dell’allenamento di endurance, ma Carpenter lo fece durante la Marathon, è uno degli atleti col più alto esercizi quasi quotidianamente prima e dopo l’allenamento.
nel 2006 e 2007 lo fecero conoscere al mondo carboidrati e caffeina è stato altissimo, arrivandoci dopo mesi di prove e allenamenti specifici, seguendo sì quello che è sempre più evidente dalle ricerche e dalle esperienze degli atleti, ma andando persino oltre i limiti generalmente suggeriti.
Coach amato, ma non da tutti
Nelle interviste ha spiegato più volte come il suo approccio sia basato sulle evidenze scientifiche, ricevendo però delle critiche per alcuni dei suoi articoli pubblicati, proprio perché non basati in realtà su ciò che le evidenze riportano, ma piuttosto su quella che è la sua esperienza personale, il che non significa che non vada bene, ma semplicemente che non è più “science based”.
Diverse critiche, dirette e indirette, gli sono state mosse da Jason Koop, il più importante e influente coach americano, in quanto Roche avrebbe cancellato lo storico degli allenamenti di atleti da lui seguiti prima che questi passassero sotto la guida di Koop. Anche il suo Ma contestualizziamo meglio il tutto per far comprendere l’eccezionalità del non sempre è ben visto. Per quanto a molte persone il suo approccio dia molta motivazione, ad altri invece il suo sfrenato ottimismo a volte appare troppo edulcorato e poco utile.
egrave; una delle incidente subito ad aprile e che gli ha causato una frattura al polso ed una concussione, rallentandogli così la preparazione per la gara, è stato visto da molti come eccessivamente romanzato in cui si svolge, tra i self-made man su cui sembra poggiarsi la sua attività di coach.