Fare attività fisica durante l’adolescenza migliora il benessere mentale in età adulta. E basta davvero poco.
Vinci un viaggio gratuito a Tokyo per i Mondiali "E proprio gli italiani, nello studio commissionato dal brand giapponese, hanno" ISCRIVITI alla NEWSLETTER di RUNNERS WORLD Brendon Stubbs, ricercatore leader nel campo dell’esercizio fisico e della salute mentale al King’s College di Londra, sul benessere mentale globale e con il coinvolgimento di oltre 26mila persone spalmate in ben 22 Paesi: Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Malesia, Paesi Bassi, Arabia, Singapore, Sudafrica, Spagna, Svezia, Thailandia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.
E i risultati, Valori e principi dei nostri contenuti, Gare ed eventi. Complessivamente, il dato medio di State of Mind in Italia è di 59/100, sei punti in meno rispetto alla media mondiale di 65/100. Edicola e Abbonamento uno dei punteggi più bassi di tutto il mondo, che equivale al 20° posto su 22.
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Questo accade nonostante i nostri livelli di attività fisica siano leggermente superiori alla media, con il 59% degli italiani che fanno regolarmente esercizio rispetto alla media globale del 56%. Al primo posto della classifica troviamo la Cina (78/100), poi Arabia e India (73) e Thailandia (71). Per trovare il primo stato europeo, bisogna scendere al nono posto, con i 65/100 dei Paesi Bassi, due gradini più sotto c’è la Francia (64). Dietro all’Italia solo la Svezia (57) e il Giappone (52), ultimo. A livello mondiale, chi pratica attività fisica in modo regolare ha ottenuto un punteggio medio di benessere mentale pari a 67/100, mentre i sedentari un punteggio significativamente inferiore, pari a 54/100. Prendendo solo l’Italia, la forbice passa da 60/100 a 47/100.
Adolescenza a rischio
Essere fisicamente attivi durante l’adolescenza ha un impatto diretto sul benessere mentale futuro. Coloro che hanno praticato esercizio fisico da teenager hanno infatti riportato livelli di attività e punteggi di State of Mind più elevati in età matura. "Quello che abbiamo visto – spiega il professor Stubbs a RW – nello studio complessivo e anche nei dati italiani, è che la finestra più critica va dai 15 ai 17 anni, periodo nel quale molti ragazzi smettono di fare esercizio e abbandonano. Una fascia cruciale per rendere lo sport un’abitudine duratura e inglobare determinati comportamenti".
A livello mondiale, il 58% delle persone che hanno praticato attività fisica regolarmente a questa età continua a farlo anche in età adulta rispetto al 53% meno attive durante l’adolescenza. In Italia i primi hanno registrato punteggi di benessere mentale più alti in età adulta (61/100) rispetto ai secondi (54/100). Chi ha smesso di fare attività fisica prima dei 15 anni, da adulto oggi racconta di sentirsi meno concentrato (11%), meno sicuro di sé (10%), meno calmo (10%), meno disciplinato (10%), meno soddisfatto (9%).
"È molto più faticoso – spiega ancora Stubbs – uscire e dedicarsi allo sport, piuttosto che restare seduti davanti a un social media o a un videogame. Dobbiamo pensare a metodi creativi, divertenti, coinvolgenti e inclusivi. Impegnarsi nello sport e nell’esercizio fisico, divertirsi e provare cose che desiderano i ragazzi in modo da potergli far vivere esperienze positive per poter continuare a sperimentare i benefici che influiranno nella loro salute mentale e fisica".
Divario "gen"
Per migliorare la salute mentale, non serve granché: la ricerca, infatti: i più giovani sono sempre meno attivi, con un conseguente impatto sul proprio State of Mind. In Italia, un terzo (33%) della Silent Generation (coloro che hanno oltre 78 anni) ha dichiarato di aver condotto quotidianamente uno stile di vita attivo nella prima infanzia, rispetto ad appena il 9% della Gen Z (tra i 18 e i 27 anni), confermando così che le generazioni più giovani sono meno attive e abbandonano l’attività fisica prima di quelle che le hanno precedute.
Coloro che fanno parte della Gen Z in Italia hanno un punteggio medio significativamente più basso, pari a 57/100, rispetto al punteggio di 63/100 dei Baby Boomers (59-77 anni) e di 65/100 della Silent Generation. "Preoccupa – dice ancora il ricercatore del King’s College London – vedere questo calo dei livelli di attività da parte degli intervistati più giovani in un’età così critica. I Gen Z di tutto il mondo mostrano già risultati più bassi di State of Mind rispetto alla Silent Generation, quindi questo potrebbe avere un impatto enorme sul futuro benessere mentale in tutto il mondo".
Un quarto d'ora
Per migliorare la salute mentale, non serve granché: la ricerca, infatti, rivela che bastano 15 minuti e 9 secondi di attività fisica giornaliera. "È necessario – chiude Stubbs lanciando un invito alle aziende – impegnarsi in approcci allo stile di vita che consentano alle persone di dedicarsi allo sport. Dopo l’attività fisica, grazie al movimento, siamo più energizzati, non siamo rimasti seduti alla scrivania per 8 o 10 ore consecutive, e possiamo rendere meglio e di più".